Ancora sulle bufale.

E purtroppo tocca tornare su Grillo, che da qualche settimana è in fase iperproduttiva (buon per il M5S).

E’ di ieri un post trionfalistico di Grillo su una possibile bufala ai danni del presidente eletto Trump (per il quale il fondatore M5S nutre ormai una palese ammirazione. Ma questa è un’altra storia.)

La bufala contro cui si lancia Grillo sarebbe un articolo dell’altroieri di Buzzfeed  (celebre sito di news americano, che già prese una topica ai danni del M5S qualche mese fa). Il sito ha infatti deciso di pubblicare un “memo” segreto, in circolazione da mesi all’interno dell’FBI, contenente informazioni compromettenti su Trump in possesso dei servizi Russi, i quali potrebbero così condizionare la nuova presidenza americana. Secondo Buzzfeed (e tanti altri giornali) il memo è stato menzionato allo stesso presidente-eletto Trump, e ad Obama, nel corso del recente incontro con i capi dell’Intelligence USA. Il documento sarebbe stato compilato da un ex agente segreto britannico considerato credibile. L’ex agente, Christopher Steele, attualmente capo di un’agenzia di intelligence privata inglese, sarebbe stato assunto prima da Repubblicani oppositori di Trump nella corsa alla nomina, poi dai Democratici per raccogliere informazioni su Trump. Il contenuto del documento segreto deve essere comunque verificato dalle agenzie americane. I dettagli piccanti in esso contenuti sono ormai in circolazione dappertutto. Il bunga-bunga italico a confronto sembra una festicciola in parrocchia. Ma le informazioni riguardano anche gli affari di Trump imprenditore e i suoi legami con la Russia di Putin.

Nel post di ieri Grillo usa la notizia per tornare sul tema delle fake-news, ed entusiasticamente—e un po’ improvvidamente—equipara l’articolo di Buzzfeed alle bufale di cui ho scritto qualche giorno fa. Senonché  nel ricostruire il caso, il racconto di Grillo è così tendenzioso, superficiale e impreciso, da rendere il post una specie di controbufala.

Guardiamo come comincia l’articolo di Buzzfeed (traduzione mia):

Titolo: “Questi rapporti affermano che Trump ha legami stretti con la Russia”. Sottotitolo: Un dossier, compilato da una persona individuata come un’ex agente segreto britannico, afferma che la Russia possiede informazioni compromettenti su Trump. Le affermazioni non sono verificate, e il rapporto contiene errori”.

Quali sono i “fatti” citati dalla notizia di Buzzfeed? E’ certo che il documento o parte di esso sia stato presentato (allegato con altri documenti) da capi dell’intelligence USA sia a Trump che ad Obama. E’ un fatto che la fonte di buona parte del documento è un ex agente segreto Britannico considerato credibile dall’intelligence americana. E’ un fatto che le fonti russe usate dall’ex agente UK non sono ancora state verificate.

Ora confrontiamo i fatti di Buzzfeed con le affermazioni di Grillo.

Secondo Grillo il documento incriminato sarebbe un falso,  “scritto nel novembre scorso da alcuni utenti della celeberrima board americana “4chan” (la stessa che ha originato la bufala sulla Clinton complice di un’organizzazione dedita all’uso di minori come schiavi sessuali).

Questa è una bufala. Come riferito da Gizmodo, la board “4chan” non è la fonte del documento. Sia lo “stratega politico” Repubblicano Rick Wilson, sia un articolo di Mother Jones  precedente alla chat di “4chan” (in cui un utente si auto-definisce l’autore del falso memo), dimostrano che il documento era già in circolazione almeno dall’estate 2016.

Continua Grillo: “Persino Wikileaks si era subito accorta che il documento era “chiaramente falso”, dimostrando che chi è abituato a verifiche serie sa riconoscere le bufale.” Questa non è una bufala, ma una affermazione altamente discutibile. Che significa “persino” Wikileaks? Grillo usa “persino” come si direbbe, che so, “persino Papa Francesco dice questo”. Wikileaks sarebbe il paradigma della verità? Molti ormai mettono in dubbio la credibilità assoluta di Assange e di Wikileaks. Recentemente Assange ha per esempio affermato che le email depredate a Hillary Clinton non sono state fornite a Wikileaks dalla Russia. Dobbiamo credere di più ad Assange o all’intero corpo dell’Intelligence Americana e alla capacità di giudizio di Barack Obama, che in virtù di quel rapporto dell’intelligence ha provveduto ad espellere 35 diplomatici russi? Io direi piuttosto “persino Barack Obama” contesta la credibilità di Wikileaks.

E ancora Grillo, per sostanziare il suo post, cita Euronews come fonte veritiera che dimostrerebbe quanto da lui appena descritto. Molto impreciso anche questo. Euronews non dice che il documento è falso. Quello che Euronews sostiene—correttamente a mio avviso—è che non si possono dare alla stampa informazioni “non verificate” da fonti indipendenti, neanche con tutte le cautele usate da Buzzfeed. E’ una questione di deontologia giornalistica. Euronews non definisce—come fa Grillo—una “bufala” l’articolo di Buzzfeed. Una bufala è una notizia falsa, le cui affermazioni sono dimostrabili nella loro falsità. Il documento reso pubblico da Buzzfeed è invece un dossier che l’intelligence Americana ha sottoposto ai due presidenti Americani (in pectore e in scadenza) pur mantenendo una riserva sulla sua veridicità.

La differenza tra un articolo presentato in questo modo e una bufala—un esempio italico è quella sul falso crollo del ponte sulla Salerno-Reggio Calabria —a me pare grossa come una casa.

Io sono personalmente d’accordo con Euronews, e con il New York Times e gli altri che non hanno voluto pubblicare il documento. La “veridicità” del memo su Trump poggia su “fonti russe” che vanno verificate, e forse non sono neppure verificabili, seppur raccolte da un agente segreto professionista con un passato credibile. Buzzfeed lo dice espressamente, e “lascia che siano i lettori a giudicare”. Credo che sia opportunistico “lasciare ai lettori” delle scelte come queste. I lettori possono scegliere solo confrontando “fatti”, non “possibili fatti”. Ma non sono assolutamente d’accordo con l’inversione dei fatti. Non vedere la differenza tra ragioni di opportunità legate alla deontologia giornalistica (quella invocata da Euronews) e pura malafede (o ignoranza) nel fabbricare notizie false, è cattiva informazione.

Che i politici forzino la realtà, e in taluni casi la distorcano completamente non è una novità. Il sito pagellapolitica.it per esempio ha analizzato nel tempo le dichiarazioni delle personalità politiche italiane più celebri, e constata un indice di credibilità che tra i top 4 al massimo raggiunge il 74%. Il post di Grillo, purtroppo, non fa che confermare questa tendenza.